Frullatore? Chiamatemi cutter

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Alla categoria dei frullatori appartengono diverse tipologie di attrezzature specifiche di cucina.

Cutter da tavolo: classici frullatori professionali, composti da blocco motore, vasca estraibile e coperchio. Possono essere dotati di innumerevoli accessori, quali lame, spatole, fruste, ecc.

Omogeneizzatori: sono simili ai cutter. Riuniscono in un unico apparecchio le qualità del cutter e del blender (un frullatore molto usato nei bar). Il coperchio è a tenuta stagna e sono muniti di braccio raschiatore. Sono ideali per preparare frullati liquidi.

Cutter sottovuoto: poco utilizzato in cucina se non in quelle professionali. Il sistema di taglio sottovuoto evita l’ossidazione degli alimenti, che si omogeneizzano senza che si formino bolle d’aria.

Frullatori o mixer a immersione: sono formati da un corpo motore impugnabile e da un fusto in acciaio con gruppo smontabile di coltelli. I mixer combinati prevedono un unico corpo motore intercambiabile con il gruppo di coltelli per frullare o la frusta per montare.

Planetarie: un universo sconosciuto

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Di svariati modelli e misure, le mescolatrici planetarie compiono moltissime operazioni: impastano, montano e miscelano molte preparazioni di cucina, gelateria, pasticceria e panetteria. Sono munite di accessori di base, quali fruste, spatole e uncini ma possono essere agganciati al gruppo motore anche accessori di altro utilizzo, quali tirapasta, tritacarne, tagliaverdura. Tra le principali tipologie di mescolatrici ricordiamo:
- impastatrici planetarie: le più comuni in cucina per la loro versatilità, prendono il nome dal particolare movimento rotatorio che compie la macchina;

- impastatrici a spirale: usate soprattutto nei laboratori di panetteria per confezionare l’impasto del pane; sono dotate di un gancio a spirale che impasta, mentre la vasca ruota in senso inverso;

- impastatrici a braccia tuffanti: usate per panificare, sono dotate di due braccia meccaniche che effettuano il movimento dell’impasto manuale;

- impastatrici a forcella: usate per panificare, sono simili all’impastatrice a spirale, dalla quale si differenziano per il fatto di avere una forcella invece della spirale.

 

A Sanremo, pomodori per il maestro Vessicchio

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Il maestro Peppe Vessicchio sarà sul palco del festival di Sanremo anche quest’anno. “Quando Carlo Conti ha scoperto che non avrei seguito nessuna delle canzoni selezionate per la gara mi ha chiamato per dirmi che gli sarei mancato moltissimo. Con Maria De Filippi lì sarebbe stato un po’ anche un presepe! Comunque venerdì sera sarò lì” ha dichiarato.

L’amato direttore d’orchestra, che non ha mai mancato un Festival dal 2004 (“Quell’anno andai in vacanza a Sharm El Sheik ma comunque una sera l’ho guardato in tv!”), è stato ospite di Fabio Fazio su Rai3 per parlare della sua autobiografia, “La musica fa crescere i pomodori”, scritta con Angelo Carotenuto. In particolare il musicista si è soffermato sul capitolo che ha ispirato il titolo del volume: “Avevo letto di un esperimento sulla reazione delle vacche del Wisconsin alla musica: io ho una passione per la terra, e so che le piante hanno una vita segreta, allora ho provato e dopo studi notturni ho scoperto che reagivano fortemente ad alcuni tipi di musica, Mozart in particolare. E dopo la sperimentazione ora ci sono 10 agricoltori in Salento con noi”.

Vessicchio ha spiegato anche le ragioni di questo suo nuovo interesse: “In me c’era una crisi del musicista: la musica si fa per i giovani, o per gli anziani, o per un’etnia, e a me questa separazione non andava bene. I pomodori non hanno queste distinzioni, e volevo interagire con qualcosa che andasse oltre il mio cervello. Riconquistare la musica anche per il valore empatico che ha per noi è un gran bella cosa”.
Fonte Adnkronos

Le scoperte in cucina

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Molti degli oggetti che adoperiamo quotidianamente in cucina sono più antichi di quanto si pensi. Ecco un piccolo elenco dell’evoluzione dell’attrezzatura in cucina:

1320 In Europa si utilizzano le prime pentole

1680 il francese Denis Papin inventa la pentola a pressione

1837 Denis Sharp crea la cucina a gas

1865 Louis Pasteur realizza il processo di pastorizzazione

1913 a Chicago viene venduto il primo frigo domestico

1915 Clarence Birdseye inventa la surgelazione

1916 Helbert Johnstone crea il frullatore

1945 Percy Spencer inventa il forno a microonde

1954 Marc Grégoire scopre per caso il rivestimento in teflon per le pentole

1960 in America si comincia a cucinare sottovuoto

1990 viene inventata la piastra a induzione

Cibo: 6 mete europee da non perdere

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Il 1 gennaio 2017 segna il quindicesimo anniversario dell’introduzione della moneta unica europea. Per segnare questo evento e celebrare la diversità del continente europeo, Booking.com rivela alcune delle migliori destinazioni cibo in Europa, scelte tra i più recenti Paesi aderenti all’Unione. In un continente dalla geografia bellissima, con una storia millenaria e un mix unico di culture, sono numerose le città conosciute e ammirate in tutto il mondo, come Parigi, Roma e Londra. I dati evidenziano invece le destinazioni top per cibo nei paesi che hanno aderito all’Unione Europea più di recente, e che offrono gemme nascoste in attesa di essere scoperte.

  1. Situata nella Polonia occidentale, Słubice si trova al confine con la Germania ed è stata consigliata dai visitatori diBooking.com per i mercati, il cibo e i ristoranti.
  2. Sofia: la capitale bulgara è una città rilassata ed eclettica, circondata da ampi parchi. I viaggiatori di Booking.com l’hanno raccomandata per il cibo, le passeggiate in città e la gente simpatica.
  3. Villány è una città ungherese nella Provincia di Baranya, famosa per il vino. È stata consigliata dai visitatori di Booking.com per il cibo, lo shopping, le enoteche e la natura.
  4. La seconda città cipriota per dimensioni, Nicosia mescola insieme passato e presente in un affascinante mix di storia, ristoranti tradizionali e una moderna cultura del caffè. I viaggiatori di Booking.com l’hanno raccomandata per il centro storico, il cibo tradizionale e la gente simpatica.
  5. Motovun (o Montona, in italiano) è un’antica città murata croata, che i viaggiatori di Booking.com hanno consigliato per il centro storico, gli ottimi vini e il cibo.
  6. La bellissima città di Satu Mare in Romania è rinomata per la gente simpatica, il cibo e le passeggiate in città, e include attrazioni come il Castello Karolyi, la Torre dei Pescatori e la Torre dei Pompieri.

Fonte ANSA

Babbo Natale esiste e non lo ha inventato la Coca Cola

Babbo Natale Coca Cola

Partiamo dalla classica storia che si sente durante la cena della vigilia: “Babbo Natale è vestito di bianco e rosso perché lo ha disegnato la Coca Cola”. Adesso potremmo placare gli aspri commenti nei confronti delle multinazionali e sulla perdita del vero spirito natalizio.

Ecco la verità: Babbo Natale indossava gli abiti che tutti conosciamo ben prima del 1931, anno in cui l’illustratore statunitense  Haddon “Sunny” Sundblom lo raffigurò  nelle pubblicità della celebre bevanda. Infatti, il Babbo più buono del mondo venne raffigurato già nel 1906 ed ecco l’immagine con buona pace (ed è il momento giusto per questa parola) della grande azienda di Atlanta:

 

Ma non denigriamo tutto il lavoro fatto da Coca Cola sul Natale perché siamo sicuri che tutti vorrebbero unirsi al coro di “Vorrei cantare…”

Il Crepuscolo degli chef

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È uscito in libreria il nuovo libro di Davide Paolini “Il Crepuscolo degli chef”, edito da Longanesi. Attraverso una lucida e approfondita analisi l’autore mette in evidenza la macroscopica schizofrenia tra realtà fattuale (calo dei consumi alimentari, chiusura di negozi, drastica riduzione dei locali) e realtà virtuale (sovraesposizione mediatica del cibo: web, tv, libri, magazine, blog), da cui emerge un nuovo rapporto, mai riscontrato nel passato, tra gli italiani e la cucina.

Dalla spettacolarizzazione televisiva del cibo al food fashion, dallo chef star system al mito del chilometro zero, fino all’eterna lotta tra carnivori e vegani. E poi: 13 milioni di foto su Instagram, 25.000 blog, 1.000 siti internet che raggiungono ogni mese oltre 35 milioni di persone. La cucina è oggi un tema sempre più al centro dell’attenzione mediatica.
Secondo Davide Paolini le trasmissioni televisive hanno moltiplicato a dismisura un vero e proprio fenomeno di voyeurismo gastronomico, ma a un tale clamore mediatico non corrisponde un innalzamento dei consumi, basti pensare che nell’ultimo anno in Italia hanno chiuso i battenti 10.000 ristoranti. Né corrisponde, per gran parte degli italiani, un reale approfondimento della cultura gastronomica.
Il cibo è diventato altro da ciò che era e rappresentava sino a ieri: ammicca dalle vetrine di negozi e librerie, appare a tutte le ore sugli schermi televisivi, pende dai cartelloni pubblicitari, naviga in rete. Il cibo sta diventando un’ossessione, ma, come ci racconta l’autore in questo libro impietoso e divertente, la realtà appare molto diversa. Non è vero che mangiamo di più e meglio, e quella che quotidianamente in tv viene spacciata come cultura del cibo spesso è solo uno spettacolo privo di qualità.

 

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