Financial Times: Alberto Grandi e la polemica sul cibo italiano

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Il Financial Times ha recentemente pubblicato un’intervista con Alberto Grandi, professore di storia del cibo presso l’Università di Parma, che mette in discussione l’autenticità della cucina tradizionale italiana. Il professore sostiene che molti piatti classici italiani, come la pizza, il Parmigiano Reggiano e il panettone, siano in realtà invenzioni recenti. Suggerisce addirittura che il Parmigiano fatto in Wisconsin sia più autentico della versione italiana. Tuttavia, molte ricette italiane risalgono a prima dell’Italia stessa. Ad esempio il documento ufficiale più antico che parla del panettone risale al 1599. Le fonti dell’articolo sono discutibili come quella di un uomo di 97 anni che ammette di non aver mai mangiato la carbonara prima della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene la cucina italiana si sia evoluta, essa rimane una tradizione millenaria che non deve essere sottovalutata.

Il professor Grandi sostiene inoltre che la pizza rossa, con pomodoro e mozzarella, sia nata in America e che le pizzerie siano americane e non italiane. Affermazioni completamente errate: la pizza rossa è nata in Italia e le prime pizzerie sono state aperte proprio a Napoli e la prima pizza della storia, la mastunicola, non aveva aglio e olio, ma strutto, formaggio di pecora, pepe e basilico. Anche l’affermazione che il pomodoro fosse considerato velenoso nel Seicento è errata. Queste informazioni possono essere dannose per l’immagine e l’economia italiana, incoraggiando la contraffazione alimentare.

Il rumore rovina il cibo

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La qualità dell’esperienza gastronomica è influenzata da molti fattori, tra cui l’acustica dell’ambiente circostante. Livelli elevati di rumore possono influire sulla percezione del sapore e dell’odore, mentre una cattiva illuminazione o un ambiente poco accogliente possono rovinare l’esperienza complessiva. La pressione sonora, la composizione delle superfici e degli arredi, insieme a fattori contingenti come la durata dell’esperienza e lo stato d’animo dell’ospite, sono tutti elementi da considerare per creare un ambiente sonoro adeguato. Il metodo più efficace per ridurre il rumore di fondo rimane l’uso di materiali fonoassorbenti, ma ci sono anche soluzioni tecnologiche che utilizzano il monitoraggio in tempo reale per creare un controllo sonoro “attivo”. Un ristorante in California (il COMAL a Berkeley), ad esempio, ha implementato un sistema attivo di riduzione del rumore, utilizzando 28 microfoni per raccogliere il rumore ambientale e combinare i suoni filtrati con la musica per creare un’atmosfera personalizzata. In Europa, la lotta contro l’inquinamento acustico nell’esperienza gastronomica continua, con soluzioni innovative come il design sonoro degli spazi e l’uso di dispositivi elettronici per ridurre il rumore di fondo.

Boomdabash e lu Salentu d’amare

Boomdabash

Non è “solo” una guida per viaggiare e conoscere una parte d’Italia che sembra benedetta da Dio per la bellezza dei paesaggi, per la bontà del cibo, per il calore della sua gente, ma è soprattutto una vera dichiarazione di affetto e fedeltà il libro “Salentu d’amare” (De Agostini) che i Boomdabash, una delle band reggae italiane più famose e apprezzate, hanno deciso di scrivere per celebrare l’anima più autentica della terra da cui provengono. Accanto ai molti suggerimenti per vivere il Salento “alla salentina” (le “dritte” più utili su cosa vedere tra borghi e spiagge, su dove mangiare i cibi più buoni, riportando anche le ricette della tradizione, sulle esperienze da fare e sulle strade da percorrere sfrecciando in moto), in questo volume, in libreria dal 20 aprile e corredato dalle illustrazioni di RampicantiStorti, i Boomdabash sottolineano quanto questo “posto del cuore”, il bellissimo “tacco” d’Italia tra Ionio e Adriatico, sia stato di fatto essenziale per la loro formazione e per la crescita umana e artistica.

Nelle pagine si percepisce la voglia di raccontare con sincerità il Salento come terra che nasconde tanti tesori tutti da scoprire, non solo durante la stagione estiva ma in ogni mese dell’anno, con ricchezze che sono legate prevalentemente alle antiche tradizioni, alla natura e all’amabilità e all’operosità di chi ci abita.

I membri della band si sono dedicati alla scrittura durante il lockdown, coltivando la speranza che almeno la prossima estate, se si tornerà a viaggiare, il libro potrà essere utile a chi deciderà di trascorrere del tempo in Salento, magari anche ballando al ritmo della loro musica. “Venite e siate pronti a innamorarvene, perché succederà di sicuro”, è l’invito dei Boomdabash che si legge nelle prime pagine del libro, “Noi vi aspettiamo con la nostra musica, per ballare di nuovo. Insieme, in Salento”.

I quattro componenti del gruppo, Blazon, Biggie Bash, Payà tutti salentini doc, e il salentino d’adozione Ketra, hanno contribuito alla scrittura, riservandosi ognuno una zona da raccontare: li seguiamo in un viaggio coast to coast tra Ionio e Adriatico, da Brindisi a Santa Maria di Leuca, attraverso grotte e cale, masserie e pagliare, dancehall e lidi da sogno. Tra orecchiette e focacce, friselle, pasticciotti e polpette, ottimo vino e olio strepitoso, riserve naturali e centri storici pittoreschi, chiese, sagre e mercati caratteristici, luoghi della spiritualità e locali per divertirsi, senza dimenticare ovviamente la Notte della Taranta, la voglia di visitare il Salento cresce di pagina in pagina. E mentre si delinea la fisionomia di questa bellissima parte della Puglia, il lettore avrà anche l’opportunità, come in una chiacchierata tra amici, di conoscere i Boomdabash più da vicino, scoprendo la gavetta dei primi anni, i gusti, le storie, gli aneddoti e i luoghi (in primis Mesagne, dove “tutto” ha avuto inizio) a loro più cari.
(via ANSA)

Pesto: la ricetta originale

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Torna un nuovo appuntamento dedicato alle ricette originali e più conosciute in tutta Italia tutto dedicato al pesto. Noi di Menuetto abbiamo vagliato svariate fonti istituzionali per poter scrivere senza dubbio la ricetta originale del pesto.

Ecco l’elenco delle nostre fonti: AIC – Accademia Italiana della Cucina, Il Cucchiaio d’Argento, Il Gambero Rosso, Il Talismano della felicità, Le Garzantine in Cucina, Le Ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda. Abbiamo consultato anche Il grande ricettario di Gualtiero Marchesi solo ai fini della procedura per la creazione della salsa. Infatti la ricetta riportata nel manuale del grande chef è denominata “pesto leggero” e prevede, tra i vari ingredienti, il grana padano e il pepe.

Dissipiamo i dubbi e partiamo dal principio: mortaio o frullatore? Anche se di poco, ha la meglio il mortaio: più fatica per un risultato ottimo. Vediamo perché. Le Garzantine in cucina, Le Ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda e AIC – Accademia Italiana della Cucina rientrano tra i puristi che ammettono nel procedimento soltanto l’utilizzo del mortaio di marmo. Gli “innovatori” Il Cucchiaio d’Argento e Il grande ricettario di Gualtiero Marchesi optano invece per l’uso del frullatore mentre Il Gambero Rosso, che nel procedimento sceglie il frullatore, raccomanda l’uso del mortaio per un risultato decisamente migliore. Il Talismano della felicità, infine, consiglia indifferentemente i due strumenti.

Aglio si o no? Assolutamente si con la sola distinzione de Il Cucchiaio d’Argento che preferisce un sapore più delicato.

I pinoli vanno tostati? I pinoli vanno inseriti nel mortaio così come sono. Solo Le Garzantine in cucina e Le Ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda raccomandano la tostatura.

Parmigiano o pecorino? Entrambi. Solo Il Gambero Rosso sceglie esclusivamente il pecorino. Infine, prima di passare alla ricetta, vi segnaliamo un paio di curiosità. Le Garzantine in cucina consiglia di aggiungere a piacere della prescinsoeua, una cagliata di latte acidognola, per legare il composto. Le Ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda consiglia invece l’uso del pecorino degli altopiani liguri e piemontesi al posto del pecorino sardo che potrebbe essere più piccante.

Ricetta originale del pesto (per 6 persone)
Ingredienti

Uno spicchio d’aglio
37 foglie di basilico
50/60 gr di pinoli
45 gr di pecorino sardo grattugiato
45 gr di parmigiano grattugiato
140 ml di Olio evo
Sale

Preparazione
Lavare e asciugare le foglie di pesto con delicatezza. Inserire l’aglio nel mortaio, un pizzico di sale e pestare. Aggiungere il basilico e i pinoli e schiacciare contro le pareti del mortaio facendo ruotare il pestello. Il basilico inizierà a rilasciare un liquido verde intenso e comincerà a formarsi una salsa.
A questo punto versare i formaggi grattugiati, mescolare e versare l’olio a filo sempre continuando a miscelare il composto.
Il pesto è pronto.
Ogni ricetta a tema di Menuetto possiede una canzone d’accompagnamento. In questo caso abbiamo scelto Pesto di Calcutta, poeta contemporaneo.
Bibliografia AIC – Accademia Italiana della Cucina Il Cucchiaio d’Argento Il Gambero Rosso Il Talismano della felicità La cucina italiana. Il grande ricettario di Gualtiero Marchesi Le Garzantine in Cucina Le Ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda

Coronavirus: in America, contro lo stress da quarantena, aperitivo e musica italiani

Aperitivo

Stressati dalla quarantena Covid-19? Il rimedio è l’aperitivo italiano. Lo pensa la celebre rivista economica Forbes la quale raccomanda anche di farlo all’italiana senza adattamenti americani. Un happy hour, quindi, non a base di solo alcol ma accompagnato da stuzzichini e che garantisca appieno la sua funzione originaria, quello di essere consumato prima dei pasti per stimolare l’appetito. Forbes suggerisce anche di usare musica italiana come sottofondo e soprattutto di chiudere Zoom (piattaforma di videoconferenza, ndr).
“L’Aperitivo di solito si riferisce ad un drink specifico, anche non alcolico, consumato dopo lavoro o prima di cena per anticipare il pasto – scrive Forbes citando Rosario Procino, napoletano e co-proprietario della pizzeria Ribalta a New York – di solito è accompagnato da stuzzichini”. Procino aggiunge anche che al giorno d’oggi l’aperitivo in Italia non si riferisce più solo ad un drink piuttosto ad un luogo e un’ora del giorno. “E’ un momento specifico della vita sociale italiana” – aggiunge.

In tempi di coronavirus, l’aperitivo all’italiana può essere tranquillamente replicabile a casa, forse anche meglio di quanto possa offrire un tipico bar americano. La carta vincente è il cibo a disposizione a casa e replicando un’altra tradizione italiana, quella di intrattenere gli ospiti prima di cena appunto con un drink e qualcosa di leggero da spiluccare per evitare che l’alcol faccia danni.
Con i supermercati presi d’assalto per timore di rimanere a secco di cibo durante la pandemia, i frigoriferi delle case americane sono pieni più del solito di ogni bene di conforto.
Non occorrono grandi doti quindi per preparare in pochi minuti uno stuzzichino per accompagnare l’aperitivo. “Basta bagnare il pane raffermo nell’olio solo da un lato – suggerisce Pasquale Cozzolino, chef napoletano trapiantato a New York – poi farlo abbrustolire in padella e come una bruschetta condirlo a piacimento con pomodori, melanzane, formaggio, o semplicemente olio ed origano”.

Non a caso anche Forbes suggerisce ai suoi lettori di accompagnare sempre l’aperitivo con snack salati, come patatine, noccioline, olive, focaccia. Poi chiude il suo articolo con una frase motto che ancora una volta incarna una tradizione italiana, ‘Smile, eat, repeat’ (sorridi, mangia, ripeti, ndr).

(Fonte ANSA)

Bastianich, “Il mio album rock, colpa di nonna Erminia”

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Imprenditore della ristorazione, produttore di vino, intenditore del cibo, ex giudice di MasterChef. Da ora, però, a tutte le definizioni possibili di Joe Bastianich ne va aggiunta un’altra: cantautore. L’italoamericano, infatti, lancerà sul mercato discografico il prossimo 20 settembre l’album ‘Aka Joe’. Un disco rock-blues, con variazioni funky e country. La passione di Bastianich per la musica è cosa nota, considerando anche la sua partecipazione a programmi tv come ‘On the road’ e ‘Jack on tour’ e lo spettacolo teatrale ‘Vino Veritas’, ma questa volta la faccenda si fa seria. “Sono emozionato, mi fa impressione già solo il fatto di essere entrato in questo ambiente”, confessa Joe, svestendo per una volta i panni del sarcastico e pungente giudice e indossando quelli del musicista al debutto. Un debutto importante, fra l’altro, visto che, come racconta lui stesso, racchiude brani creati nell’arco di dieci anni: “Ogni pezzo ha dentro di sè uno spazio temporale. Racconta il punto di vista personale di un ragazzo cresciuto da italoamericani emigrati a New York, che vuole scappare dalla sua vita grazie al rock & roll. Contiene anche commenti sociali, parla di violenza sui bambini, di armi… è un viaggio nel tempo”.

Proprio la sua voglia di rivalsa è ciò che emerge con più forza dal lavoro discografico. “Qua in Italia – spiega – negli ultimi dieci anni ho vissuto principalmente nel mondo mediatico. Le narrazioni nel disco risalgono invece a un altro periodo. Sono le vicende di un giovane italoamericano: mi sentivo un ragazzo di seconda classe, gli altri erano meglio di noi e queste sono cose non vanno via. Ero povero e non volevo esserlo, ero figlio di migranti e volevo essere americano”. La storia della sua famiglia, però, è ciò che lo ha spinto a diventare l’uomo che è oggi. Soprattutto la nonna Erminia, figura forte nella sua vita: “Mi ha sempre detto: ‘Giuseppino, tu puoi fare quel che vuoi nella vita’. E io ci ho creduto. Forse è stato un danno – scherza -, è sua responsabilità in qualche modo l’uscita di questo album”.

Quello che ci si trova di fronte è un Bastianich più “vulnerabile” (come si definisce lui) rispetto al personaggio poco affabile a cui siamo abituati, ‘brandizzato’ dalla tv: “Nella musica ci sono i racconti di Joe, senza filtri. E’ più sensibile, personale e vero”. In televisione, però, ci tornerà presto. E questa volta nello scomodo ruolo del ‘giudicato’. L’imprenditore-cantautore sarà infatti uno dei concorrenti di ‘Amici Celebrities’: “Sono terrorizzato, mi troverò dall’altra parte del palco e mi metterò in gioco. Ma era un’opportunità per avere un pubblico ampio ad ascoltare i miei brani. Non so cosa aspettarmi, ma spero di vincere. Cercherò di fare alcune delle canzoni del mio album e di interpretare le cover in maniera personale”. E quindi, con la cucina capitolo chiuso? “Questo non lo so… L’idea è quella – ride – ma devo anche pagare l’affitto”.

(Fonte La presse)

Food ensemble: ascolta il suo del cibo che assapori

Food ensemble

Immagina un concerto eseguito con i suoni della cucina. Immagina i profumi che riempiono la stanza, i piatti che si compongono davanti agli occhi. Immagina di assaggiare sapori e spezie accompagnati dalla musica che producono.
Ora apri gli occhi e assapora Food Ensemble: una performance che fonde la cucina e la musica elettronica, un vero e proprio concerto eseguito con i suoni del cibo che si mangerà. I Food Ensemble sono gli chef Francesco Sarcone, Andrea Reverberi e Marco Chiusi che cucinano dal vivo registrando i suoni che generano. Li remixano, creano musica e servono gli ospiti.

Dal polpo croccante fumè alla capasanta fiammata alla curcuma, dal salmone marinato ai due tè alla più tradizionale carbonara: ascoltate qualche performance dei Food Ensemble sul loro canale Youtube

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