Posts Tagged ‘percezione’

Hamburger o insalata? Lo decide la musica

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Hamburger e patatine o insalata? Il volume della musica d’ambiente può influire sulla scelta. Se il sottofondo musicale è ‘soft’ ha un effetto calmante, rendendoci più consapevoli di ciò che ordiniamo e questo in genere comporta scelte più salutari, come ad esempio proprio un’insalata. Se è più forte, invece, aumenta la stimolazione e lo stress e ci porta a desiderare di più pietanze meno sane.

Lo rileva uno studio della University of South Florida, pubblicato sulla rivista Journal of the Academy of Marketing Science. “I ristoranti e i supermercati possono utilizzare la musica ambient in modo strategico per influenzare il comportamento di acquisto dei consumatori”, evidenzia Dipayan Biswas, del Muma College of Business della University of South Florida. Biswas ha condotto lo studio in un bar di Stoccolma, in Svezia, dove sono stati suonati diversi generi musicali in un loop separatamente a 55 decibel e 70 decibel.

Le varie voci del menu sono state codificate come sane, non salutari e neutre (categoria utilizzata ad esempio per bevande come caffè o tè). Durante l’esperimento condotto per diverse ore in più giorni, i ricercatori hanno scoperto che il 20% in più di clienti del ristorante aveva ordinato qualcosa di poco sano quando esposto a musica ambientale più forte rispetto a coloro che avevano cenato in un contesto più tranquillo.

(Fonte ANSA)

Gastrofisica: la musica condiziona il nostro gusto

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La musica condiziona il gusto, ormai è scientificamente provato. Lo psicologo inglese Charles Spence, direttore del Crossmodal Research Laboratory dell’Oxford University, infatti ha recentemente pubblicato il libro Gastrophysics: the new science of eating (Viking, 2017), una sintesi delle ricerche sulla percezione del cibo in rapporti ad altri fattori che non siano il gusto.

Spence, studia ad esempio gli effetti che una particolare musica influenzi e, al contempo, alterari il sapore del cibo. L’autore ha anche sviluppato una pietanza per il ristorante stellato inglese “The Fat Duck”: si tratta di un’emulsione di molluschi, “Il suono del mare”, che è servita assieme ad una conchiglia di plastica con due auricolari dai quali, durante la degustazione, vanno ascoltati i suoni del mare e le grida di gabbiani.
Per maggiori dettagli, è possibile leggere il nostro post Tecnologia al tavolo da pranzo

Musica per dimagrire

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Per dimagrire avete provato ogni sorta di dieta: Dukan, Atkins, macrobiotica, zona, dissociata e perfino del gruppo sanguigno.
Basta pensare al digiuno, ecco un nuovo consiglio: aprite bene le orecchie. È proprio questo il suggerimento, “aprite le orecchie” e ascoltate bella musica.
L’udito potrebbe apparentemente sembrare il senso meno influente in campo alimentare ma non è così quando si tratta di perdere i chili di troppo.

Secondo uno studio dell’Università di Oxford la musica è un condimento e modificare la percezione del cibo con degli impatti benefici sulla salute. Infatti, le note acute suonate da un pianoforte sono ideali per rimpiazzare lo zucchero, o meglio ci fanno percepire gli alimenti fino al 10% più dolci senza modificare gli ingredienti. Per l’esperimento, il dott. Charles Spence ha fatto gustare una caramella mou durante la riproduzione di suoni acuti e successivamente bassi. La stessa caramella è risultata più dolce nel primo passaggio musicale e più amara nel secondo.

L’associazione musica-dieta non è nuova, infatti già nel 1400 Ludovico II, pericolosamente ingrassato, fu costretto a seguire una particolare dieta musicale. Le melodie erano diffuse durante i pasti in modo da distrarre Ludovico dal piatto e pertanto rendere più efficace il suo dimagrimento.

Leggi il nuovo articolo degli autori di Menuetto su L’Huffington Post

Musica in cucina

Musica in cucina

Un crescente numero di recenti ricerche scientifiche sta dimostrando come la musica riesca a influenzare la percezione della gente del gusto, del sapore e della consistenza generale del cibo e dei cocktail.

Diversamente dall’idea trasmessa da un’inserzione pubblicitaria di qualche anno fa dell’AEG Electrolux per i suoi elettrodomestici da cucina, che aveva come slogan “La cucina silenziosa come una biblioteca”, le cucine, soprattutto quelle professionali, sono luoghi pieni di rumore – o almeno dovrebbero esserlo. Lo chef Zakary Pelaccio, fondatore dei ristoranti Fatty Crab e Fatty ‘Cue nel Nordamerica, scrive nel suo libro “Eat with your hands” (“Mangia con le mani”), “Invece di una cucina silenziosa, con la tipica vitalità di un’aula di giustizia, volete che la vostra cucina sia una festa? Allora mettete su un po’ di musica”… “Ogni cucina professionale che io abbia mai gestito e ogni cucina casalinga nella quale io abbia mai trascorso del tempo sono piene di musica. Se guardate meglio, noterete che tutti cucinano a ritmo. Tutti i bravi cuochi lavorano con un ritmo naturale – potete vederlo nel loro passo, sentirlo nel modo in cui affettano o battono il pestello. Quel ritmo è la sottile manifestazione di una connessione del cuoco con i suoi ingredienti. Allora, accendete la musica”.
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Il rumore e il suo impatto sulla percezione del cibo e delle bevande

rumore e cibo

I ristoranti stanno diventando più rumorosi. Questo, almeno, è ciò che i critici gastronomici ci dicono e quanto evidenziato da un articolo pubblicato su Flavour. Secondo alcuni critici, altro non è che una scelta di diversi chef influenti di far ascoltare in sala la stessa musica che loro amano ascoltare in cucina. Altri vedono un ulteriore motivo collegato al tentativo dei ristoratori di incrementare i profitti. Come ad esempio all’Hard Rock Cafè, i cui fondatori si resero conto che mettendo musica ad alto volume e molto ritmata, i clienti abituali parlavano meno, consumavano di più e se ne andavano in fretta, una tecnica documentata dall’International Directory of Company Histories.

 

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Quanto conta il colore del piatto?

Piatti e colori

Le trattorie dovranno arrendersi e aggiungere al classico servizio di piatti bianchi di ceramica altrettanti colori quanti sono quelli contenuti nelle portate del proprio menù. Il trend dei ristoranti, ad oggi, è quello di dare sempre più importanza alla presentazione e un fattore decisivo è il colore dei piatti.
Studi recenti hanno dimostrato infatti che alimenti identici serviti in piatti (o contenitori) di diversi colori sono spesso percepiti in modo differente.
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